Don Bosco e la sua pandemia, il colera
di Francesco Domina©
Insegnante e Scrittore
Si occupa di Teologia, Religioni, Letteratura, Tecnologia... Agiografia (lo studio della vita, del culto e delle opere dei Santi)
Era l'estate del 1854 e a Torino scoppiava l'epidemia del colera, si era diffusa proprio vicino all'oratorio di Don Bosco, nel Borgo Dora, dove arrivavano e si ritrovavano tutti gli immigrati.
Il colera aveva mietuto numerose vittime, tanti si erano ammalati e più di cinquecento persone erano morte a cause di questa terribile malattia.
Anche Genova contava migliaia di morti e i contagiati aumentavano di giorno in giorno.
Il sindaco di Torino, invano, aveva cercato dei volontari per aiutare e assistere gli ammalati e trasportarli nel lazzaretto, ma la gente era impaurita e temeva di contagiarsi.
Il 5 agosto, giorno in cui si ricorda la festa della Madonna della Neve, San Giovanni Bosco chiama a sé tutti i suoi ragazzi e gli propone qualcosa di impensabile, inimmaginabile: prendersi cura degli ammalati di colera.
Egli, però, fa ai suoi ragazzi una promessa:
«Se voi vi mettete tutti in grazia di Dio e non commettete nessun peccato mortale, io vi assicuro che nessuno di voi sarà colpito dalla peste».
Questi giovani eroi si erano premuniti di alcune bottiglie di aceto per lavare le mani dopo aver toccato il corpo di questi ammalati e ognuno, secondo il proprio compito, divisi in tre squadre, si erano messi all'opera.
I ragazzi più grandi erano impegnati a lavorare nel lazzaretto, quelli un po' più piccoli raccoglievano tutti gli ammalati nelle strade e i bambini erano pronti ad intervenire in qualche caso di emergenza.
Il comportamento di San Giovanni Bosco e dei suoi ragazzi aveva suscitato presso la gente e le autorità civili di Torino, anticlericali, grande stupore e ammirazione, anche perché di tutti i ragazzi di Don Bosco, grazie alle preghiere del Santo e all'intercessione della Madonna, nessuno si era ammalato.
Il 21 novembre del 1854 l'epidemia di colera era cessata: aveva portato con se 1400 morti.
"Anche Don Bosco ha dovuto affrontare la sua pandemia, il colera, e lo ha fatto con l'aiuto dei suoi ragazzi".
Oggi, nella giornata mondiale per le vittime del Covid, sull'esempio di San Giovanni Bosco e dei suoi ragazzi, che hanno messo a repentaglio la loro vita per servire gli ammalati di colera, vogliamo ringraziare tutte le persone che ogni giorno mettono a rischio la loro vita per aiutare tutti gli ammalati colpiti da questo virus, vogliamo anche ricordare tutte le persone, a livello mondiale, che hanno perso la vita, in questo tempo di pandemia.
San Giovanni Bosco e San Domenico Savio
"Dunque io sono la stoffa: Lei ne sia il sarto; dunque mi prenda con sé e farà un bell'abito per il Signore". (S. G. Bosco, Memorie) Così disse un giorno San Domenico Savio a San Giovanni Bosco.
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