en-Abramo e la Religione

26/02/2021
Caravaggio, Sacrificio di Isacco, 1598


di Francesco Domina


  In questa seconda settimana di Quaresima la Liturgia ci propone una lettura tratta dal libro della Genesi. Oggi si parla di Abramo! Egli prima di salire sul monte per sacrificare il figlio ha "un'idea di religione", di Dio, ma dopo i successivi eventi scende dal monte Moria con un'altra idea di Dio e di religione.

Prima di salire sul monte Abramo ha l'idea di un Dio sacrificale, come allora, nel vicino oriente antico veniva concepita la divinità,  fino ad arrivare agli estremi dei sacrifici umani,  quando scende dal monte Abramo ha l'idea di un Dio misericordioso e compassionevole.

Chi era Abramo?

Abramo era il capo di una tribù di pastori nomadi proveniente dalla città di Ur, una ricca e potente città della Mesopotamia (che corrisponde all'incirca all'attuale Iraq) bagnata dal fiume Eufrate.

I pastori nomadi, come Abramo, abitavano dentro delle tende fatte di pelli di animali e si spostavano spesso da un luogo ad un altro in cerca di pascoli per il loro gregge.

Abramo è stato il primo Patriarca, cioè il primo padre e guida del popolo ebraico ed è vissuto intorno all'anno 1850 a. C.

Con la chiamata, vocazione (Gn 12) del nostro Patriarca da parte di Dio termina la storia delle origini del mondo.

Il libro della Genesi ci racconta come Abramo, dopo il comando di Dio, lascia tutto ciò che ha, la sua casa, i suoi parenti per andare verso la terra che Dio gli indicherà:  Egli fara' di lui un grande popolo, la sua discendenza "sarà più numerosa delle stelle del cielo e della sabbia del mare".
Abramo, però, come tutti gli uomini e le donne della terra, porta nel suo cuore il suo fardello perché la moglie Sara è sterile e non può dare al nostro Patriarca un figlio, l'erede della sua discendenza. 
E' in questo frangente che Dio entra nella vita di Abramo donandogli un figlio, la speranza di un nuovo futuro.
Isacco, il "figlio del sorriso di Dio", porta nella vita di Abramo e di Sara un nuovo raggio di speranza.
E' in questo ideale di novità che il Sacrificio di Isacco si colloca in tutta la sua drammaticità.
Abramo, però, è pronto  a rispettare l'AlleanzaB
erît  che ha stipulato con Dio.
Il Dio di Abramo, però, non vuole la morte di Isacco, Egli  è il Dio dei vivi e non dei morti.  Questo atto di fedeltà da parte di Abramo sarà per lui l'inizio di una grande benedizione, ma "in lui saranno anche benedette tutte le famiglie della terra".

Abbiamo voluto accostare al nome di Abramo e alle sue vicende il termine religione.

La  Religione  è l'insieme di tutti quegli elementi che "legano" un gruppo di uomini a una particolare idea di Dio.


Le caratteristiche di una religione sono molto diverse: i luoghi sacri, le regole, i libri sacri, i miti, le feste, i riti, le preghiere, le guide religiose e l'idea dell' aldilà.
E' proprio in questo brano tratto dalla Genesi dove possiamo vedere, in Abramo, la trasformazione di questa idea dell'aldilà, di Dio: dalle religioni politeiste delle antiche civiltà del passato si passa alla Rivelazione di Dio al popolo di Israele, da adesso in poi si comincia a parlare di religioni monoteiste.

 

II DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B

Prima Lettura

Il sacrificio del nostro padre Abramo.

Gen 22,1-2.9.10-13.15-18

Dal libro della Gènesi

Gen 22,1-2.9.10-13.15-18


In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».

Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».

Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.

L'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

COMMENTI:   
→  Grazie Francesco...
con i tuoi articoli ci permetti di riflettere e consolidare la nostra fede. Continua così.✋ (R. 28/02/2021)

→ Complimenti, Caro Francesco, ottimo lavoro. (C. 28/02/2021)
 

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