en-Marco Valsesia ci racconta l'arte dell'Apicoltura e il meraviglioso mondo delle Api
Da tempo immemore le api hanno suscitato nel cuore dell'uomo un fascino particolare.
Anche la Bibbia ci parla spesso delle api e del loro prezioso nettare: "ln vista della terra promessa agli Ebrei, annunciata da Dio, si parla di una terra dove scorre latte e miele". (cf. Es 3,8)
Le api danno il segno della vita, la cifra del rispetto della natura. Dove le api vivono e si riproducono e producono il miele c'è vita, dove le api invece muoiono la natura è devastata e contaminata.
L'alveare è come una piccola società e ci mostra come intessere i rapporti e collaborare insieme agli altri.
Potremmo dire che le api ci danno l'esempio su come strutturare la nostra società, come cercare la collaborazione fattiva per migliorare il nostro mondo.
Infatti, per produrre il miele tutte le api devono collaborare insieme, anche se ognuna con il proprio compito, e con varie mansioni all'interno di questa piccola società: le api operaie, l'Ape Regina che produce la pappa reale..., ma tutte unite per realizzare l'unico fine che è la produzione del miele.
Lettoriescrittori.it ha chiesto a Marco Valsesia, giovane apicoltore e scrittore, ma con una grande esperienza in questo campo, di raccontarci la sua bella e suggestiva arte, ma anche il meraviglioso mondo delle api. Vogliamo ringraziarlo di cuore per le sue belle parole e per le uniche e originali foto che ha inserito nell'articolo.
Insegnante e Scrittore
Si occupa di Teologia, Religioni, Letteratura, Tecnologia...
Agiografia (lo studio della vita, del culto e delle opere dei Santi)
Proprietà letteraria riservata:
di Marco Valsesia*
marcovalse28@gmail.com
A mio nonno.
Che ha saputo trasmettermi questa incredibile passione.
"Ho sempre sognato di fare l'apicoltore.
Avrò avuto forse due o tre anni quando mi recai per la prima volta in apiario insieme a mio nonno. Ricordo ancora quella mattina come se fosse ieri. Avevo indossato la tuta con la maschera e avevo con me il mio piccolo affumicatore, con il quale mi sarei potuto difendere da eventuali attacchi e poter calmare le api con pochi sbuffi di fumo. Il bosco si stava svegliando e il sole iniziava a far risplendere la rugiada sui ciuffi d'erba.
Ci avvicinammo all'apiario lentamente, perché mio nonno mi aveva sussurrato che le api andavano disturbate il meno possibile. Lui mi precedeva, con il passo e la sicurezza di chi ha dedicato la vita intera a questa grande passione, arrivando perfino a carpirne i segreti più reconditi.
Io non avevo paura. Nonostante il dolore della prima puntura sul palmo della mano, non mi ero mai sentito così attratto da quel mondo. Con mio nonno mi sentivo al sicuro, e ogni volta era un'esperienza davvero intensa. Quando iniziava a lavorare e sollevava lentamente il coperchio delle arnie, subito scaturiva un intenso profumo di miele e di cera, che da quel giorno mi entrò per sempre nel cuore".
Sua maestà la regina circondata dalle sue ancelle. È facilmente distinguibile dal puntino di colore blu applicato sul dorso. Ogni regina può deporre fino a 3000 uova al giorno e grazie all'esclusiva dieta di pappa reale, può vivere fino a 5 anni.
Quando si parla di api e di cambiamenti climatici, spesso si tende a sottovalutare o a eclissare la notizia, senza realmente cogliere a fondo la gravità del pericolo che sta minando il nostro ecosistema. Un'ape da sé, non è che un piccolo tassello è vero. Rappresenta soltanto la visione di insieme di quella che è sostanzialmente la sua natura; un'instancabile raccoglitrice di nettare e di polline.
Ma vista da un'altra angolazione, questa assume un ruolo del tutto diverso. Un ruolo straordinario e misterioso al tempo stesso, che prende parte a questo grande puzzle che è la natura. Identifica infatti l'intero equilibrio della razza umana. L'anello fondamentale che ci lega alla nostra sopravvivenza. L'ultimo.
Molte persone si ritrovano a sottovalutare questo insetto. Per non parlare invece di quelle che continuano a minare severamente la loro esistenza. E alla fine c'è chi si ritrova a fare i conti con questa dura realtà. Chi si prende cura di loro oggi non lo fa di certo come in passato, complice anche il clima e le diverse patologie. Sa bene quanto possa essere difficile e imprevedibile il loro comportamento.
L'interno di un alveare è come un complesso motore in cui le api stesse sono gli ingranaggi atti al suo funzionamento, e ciò che ai nostri occhi può rappresentare un apparente disordine e una quasi totalità di caos, per loro è sinonimo di perfetta sinfonia di grazia ed eleganza. I loro sistemi di comunicazione spaziano dalla famosa "danza della coda", a quelli più complessi e poco conosciuti come la trasmissione di segnali tramite i feromoni.
Nella loro brevissima vita di appena 40 giorni, le api mediamente visitano qualcosa come 1000 fiori, da cui riescono a ricavare poco più di mezzo cucchiaino di miele.
Non è un caso che questa sostanza in antichità, sia sempre stata considerata come un nettare divino. L'ape è una figura sacra attribuita da sempre al sole, ed esistono infinite testimonianze della loro importanza. Virgilio nelle Georgiche, descrive le api come insetti che "hanno una parte delle mente divina e il respiro dell'etere".
Non molti sanno che il miele rinvenuto nelle piramidi, dopo 3000 anni conservava ancora le sue proprietà organolettiche.
Quindi la prossima volta che vediamo un'ape posarsi su un fiore o mangiamo un cucchiaio di miele, fermiamoci a pensare che cosa rappresenta per noi da tempo immemore questo piccolo insetto.
"Ed ecco che sono ormai passati 22 anni dal giorno in cui mi avvicinai per la prima volta al mondo delle api. Così oggi, sono io a indossare la tuta con la maschera.
A imbracciare l'affumicatore per difendermi da eventuali attacchi e calmare le api. Io che mi avvicino con passo sicuro alle arnie e ne respiro il profumo inebriante di miele e di cera. Io che mi prendo cura di loro quasi fossero figlie mie. In fondo, ho sempre sognato di fare l'apicoltore".
Un alveare per me rappresenta anche un libro da leggere, dove i singoli telaini rappresentano pagine da sfogliare per capire se il "meccanismo" sta funzionando alla perfezione. Il loro istinto va assecondato e gli interventi umani sono soltanto piccole migliorie.
Ma per quanto un apicoltore si sforzi di studiare per anni i comportamenti delle api, queste alla fine riescono sempre in qualche modo a sorprenderti.
In piena fioritura (qui sopra siamo nel periodo di massimo flusso del nettare di Acacia), il ronzio delle api che riempiono il cielo è quanto di meglio la natura possa offrire.
Un rapido controllo per assicurarsi che tutto vada per il verso giusto.
Durante questa fase è bene assicurarsi che le api siano forti e in salute, che abbiano scorte a sufficienza al loro sostentamento e che la regina stia svolgendo un'ottima attività di ovideposizione.
Una regina intenta a deporre sul telaino.
Si possono notare all'interno di ogni celletta alcuni piccoli "puntini" bianchi dalla forma allungata. Sono le uova, dalle quali 21 giorni più tardi nasceranno nuove api.
Un alveare alla sua massima espansione può contare fino a 100.000 unità di api. Un vero esercito in cui ogni singola ape, ha un compito ben preciso.
Le più giovani si chiamano "spazzine" e sono addette alla pulizia e alla manutenzione interna dell'alveare. Crescendo sviluppando le ghiandole ceripare per la costruzione della cera e diventano "ceraiole". Alle api più anziane invece, spettano i compiti di guardiane e bottinatrici, cioè raccoglitrici di nettare e di polline.
Un delizioso favo di miele di Acacia.
La sottile pellicola bianca di cui è rivestito è pura cera. Ha la stessa funzione di un tappo su un vaso di marmellata. Bisogna resistere alla tentazione di affondarvi il dito.
Laddove l'ape non riesce a raggiungere il prezioso nettare, ecco che entra in scena un altro preziosissimo alleato. Un bombo. Il "cugino" delle api.
"Come l'ape raccoglie il nettare dei fiori senza danneggiare colore e profumo, così il saggio dimori nel mondo". (Buddha)
*Marco Valsesia nasce a Borgomanero il 25/09/1992. Vive a Borgomanero (NO) e lavora come impiegato in un'azienda aeronautica. Nel tempo libero a disposizione ama dedicarsi alle sue più grandi passioni: la scrittura, la lettura e l'apicoltura. Quest'ultima gli è stata trasmessa dal nonno fin dalla sua tenera età e da allora è sempre rimasta con lui, così come l'amore per i libri. Il fascino per i misteri lo portano nel 2020 a scrivere il suo primo romanzo d'avventura a base storica incentrata sul periodo dei cavalieri Templari. Frequenta un corso di specializzazione alla scuola Holden e due corsi all'università del Piemonte Orientale, dove studia Storia Medievale e Archeologia Medievale.
Paola, 26.03.2021 - 22:07
Ti ringrazio carissimo Marco per questo prezioso ed appassionante racconto sulla vita delle nostre amiche api 🐝.
Sarebbero grossi guai per il nostro pianeta se le nostre api scomparissero.
Amiamole sempre di più queste splendide creature 👋🏻🐝
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