Ravanusa: Salve per miracolo! Il racconto di "Speranza" di Vanessa Cavallaro e Patrizia Lo Coco
di Francesco Domina ©
Teacher and Writer
Master's degree in Religious Sciences
Con la collaborazione di Anna C. e Luisa C.(Redazione lettoriescrittori.it)
È una calda giornata d'inverno e il sole diffonde i suoi raggi luminosi, quasi abbaglianti. Tutto è transennato! Giriamo con la nostra automobile per trovare un posto nelle vicinanze.
Sono circa le 11:30 del 4 gennaio 2022. Con rispettoso silenzio ci incamminiamo per le vie di Ravanusa per scrutare e osservare il luogo dove l'11 dicembre 2021, alle ore 20:30, è successa quella immane tragedia: una grande esplosione ha squarciato il silenzio della sera e un intero quartiere è stato devastato.
E' successo tutto in un solo attimo, mentre le persone erano dedite alle loro attività quotidiane, in questa cittadina immersa tra verdi colline e aree archeologiche nella provincia di Agrigento.
Sono passati 25 giorni da quella fatidica data!
Osserviamo i cumuli di macerie, le case distrutte, alcuni pezzi di vetro che sono sparsi lungo le strade, anche a distanza di parecchio tempo. Le pietre narrano il dolore di quei giorni, come una ferita ancora aperta...
I carabinieri, i tecnici, le forze dell'ordine vigilano davanti alle transenne per non far entrare le persone.
Siamo lì per osservare, per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita in questa tragedia, dieci persone, con Samuele "che pur non avendo fatto in tempo a nascere era uno di noi" (Sua Ecc. Alessandro Damiano, Vescovo di Agrigento), ma anche per offrire una preghiera a queste povere vittime che sono rimaste sepolte sotto le macerie.
Proprio all'inizio dell'anno il Presidente Mattarella ha citato le parole di una delle vittime, la lettera di commiato che il professore Carmina ha scritto quando egli è andato in pensione, un saggio di speranza per i giovani e un invito per costruire un futuro migliore.
Stiamo andando via, ma per caso incrociamo gli sguardi di due donne che parlano e osservano da lontano. Le riconosciamo, sono le due signore che passavano proprio con la loro automobile nel momento dell'esplosione e che sono rimaste miracolosamente in vita.
Le sentiamo parlare con alcuni giornalisti che raccolgono le loro testimonianze.
Con discrezione, ci avviciniamo alle due signore. Raccontiamo loro di averle riconosciute e chiediamo i loro nomi.
Con gentilezza ci rispondono:
"Vanessa Cavallaro. Crocifissa, Fifetta è il mio vero nome. Porto sempre la croce con me e sono fiera di portare questo nome. Vanessa è un nome d'arte!
Patrizia Lo Coco".
e la signora Vanessa Cavallaro a destra
Nei loro sguardi, nelle loro parole traspare ancora vivido il ricordo, il turbamento che hanno provato durante quell'episodio che ha sconvolto la loro vita. Mentre descrivono dettagliatamente i momenti dell'esplosione, con gli occhi quasi lucidi, riviviamo con loro quelle scene drammatiche e rileggiamo nei loro volti il disorientamento e le forti emozioni provate in quegli attimi.
"Che cosa è successo? Siamo scesi dalla macchina... Ci sono state tre deflagrazioni... La prima è stata la più forte. L'esplosione ha investito la nostra automobile, proprio nel centro dell'autovettura", racconta la signora Vanessa.
"La macchina si è riempita di sassi ma il tetto non si è sfondato. La prima cosa che ho pensato in quel momento sono stati i miei figli!", ribadisce la signora Patrizia, ma anche la signora Vanessa.
"Le persone sono scese subito in strada per aiutarci, anche in pigiama e ciabatte... Si sono prodigate tempestivamente... anche in una situazione così pericolosa, con fiamme alte e fumo che usciva dai palazzi in rovina.
Siamo vive per miracolo! È una cosa inspiegabile", dicono entrambe.
La signora Vanessa ci mostra la croce, la corona del rosario che porta al collo e che secondo lei ha avuto un ruolo fondamentale in questa vicenda.
"Esiste una mano Divina, la Provvidenza che aiuta le persone in momenti tragici della vita?", chiediamo loro.
Le signore Patrizia e Vanessa, con decisione, ci lasciano un pensiero:
"Davanti alla morte siamo tutti uguali, ricchi o poveri... I beni materiali finiscono e non sono la cosa più importante della vita. La fede, la fiducia in Dio ci ha sorretto in questo tragico momento. Crediamo che Dio ci ha protette. Noi crediamo in Dio!".
Dopo averle ringraziate per la loro cortesia e disponibilità ci allontaniamo silenziosamente verso la nostra automobile e lasciamo alle nostre spalle i tecnici e le forze dell'ordine che vegliano ancora su questo luogo.
Mentre ci incamminiamo per la strada di ritorno riportiamo nella nostra mente e nel nostro cuore le parole ricevute, come un dono, in questi brevi momenti di dialogo: l'importanza e il valore della vita e come alle volte diamo tutto per scontato, quando in realtà non lo è.
Il libro che il professore Carmina ha scritto poco prima di morire e che racconta dei tratti suggestivi del suo paese. Ravanusa è un centro dove si coltivano delle grandi tradizioni religiose e questo si vede nelle espressioni della Pietà popolare e nella sua religiosità, nelle feste e nella cura con cui vengono preparate alcune Celebrazioni Liturgiche.
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