San Francesco da Paola solca il mare con il suo mantello 

02.04.2022
San Francesco da Paola, con la forza della sua Fede, attraversò lo stretto di Messina sopra il suo mantello.




Insegnante e Scrittore

Si occupa di Teologia, Religioni, Letteratura, Tecnologia...

Agiografia (lo studio della vita, del culto e delle opere dei Santi)

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San Francesco da Paola aveva ricevuto da Dio il dono di dominare e superare le leggi naturali: sollevava oggetti pesantissimi, fermava con il segno della croce massi giganteschi, entrava nella fornace di fuoco senza bruciarsi, resuscitava uomini e animali, prendeva il carbone ardente con le mani e, visto da innumerevoli testimoni, attraversava sopra il suo mantello lo stretto di Messina, galleggiando sull'acqua e, con un bastone quasi a formare una vela, solcava uno dei mari più insidiosi della terra, pieno di correnti contrarie che confluiscono nello stesso punto e luogo di ancestrali mitologie e storie del passato: Scilla e Cariddi.

Lo stemma di San Francesco è la parola Charitas, scritta su tre righe, come la SS. Trinità.


   Figlio di contadini, che però possedevano alcuni appezzamenti di terra, Francesco era nato a Paola, ridente cittadina costiera nella terra di Calabria.

I genitori, Giacomo e Vienna, sposati ormai da oltre 15 anni non avevano avuto ancora bambini e fu per questo che pregarono il santo di Assisi, promettendogli di chiamare il nascituro con il suo nome se per sua intercessione Dio gli avesse concesso il dono di un figlio.

Il figlio arrivò e dopo la sua nascita fu chiamato, in onore del santo di Assisi, Francesco.

Poco dopo la nascita, avvenuta il 27 marzo del 1416, il bambino presentò un problema all'occhio sinistro, con il rischio di perdere la vista. Vienna, la mamma di Francesco, portò ancora in fasce il neonato nella chiesa di San Francesco di Assisi e promise al Santo che se gli avesse ottenuto la guarigione dell'occhio avrebbe fatto indossare al piccolo l'abito votivo presso i francescani: chiamato famulato.

Fino all'età di circa 14 anni Francesco visse a Paola, aiutando i genitori nei lavori dei campi e coltivando insieme a loro un'intensa spiritualità, accompagnata da una vita di preghiera e di penitenza.

Finalmente arrivò il tempo di assolvere al famulato, l'anno votivo in cui il giovane doveva vivere presso un convento di francescani e vestire l'abito dei religiosi.

Trascorso l'anno all'interno del convento, dove si verificarono tantissimi fenomeni straordinari a cui assistettero i frati, Francesco ritornò a casa insieme ai suoi cari.

Fu in questo periodo che il ragazzo convinse i genitori ad intraprendere un viaggio, un pellegrinaggio a Loreto, Montecassino, Monteluco e Roma.

Sulla via del ritorno Francesco decise di fermarsi nei pressi di Paola, in un pezzo di terra di proprietà dei propri genitori per vivere una vita eremitica.

Dopo alcuni anni alcuni compagni si unirono a lui e il nostro caro Santo fu costretto a costruire dei romitori e poi successivamente delle chiese.

Durante i lavori di queste strutture si verificarono dei fenomeni alquanto straordinari: Francesco fermò con il segno della croce dei grandissimi massi che stavano rovinando sopra gli operai; fece scaturire una sorgente d'acqua; entrò nella fornace, che serviva per produrre la calce, con il fuoco acceso per ripararla.

Sono tantissimi gli avvenimenti che sono accaduti attorno alla figura di questo grande Santo e taumaturgo calabrese e sarebbe davvero difficile enumerarli tutti.

La maggior parte di essi sono contenuti all'interno dei processi che sono stati eseguiti per la canonizzazione del Santo: tantissimi testimoni oculari hanno affermato sotto giuramento di aver assistito a questi fatti.

Il nostro caro buon Padre, come veniva chiamato dalla gente, fu costretto a girare per l'Italia intera per fondare conventi dei minimi, l'ordine da lui fondato.

Fu proprio in uno di questi viaggi, quando doveva arrivare dalla Calabria a Milazzo, in Sicilia, che accadde uno degli eventi più strabilianti che sia mai stato raccontato nella storia dell'agiografia: colui che doveva traghettare San Francesco insieme ad alcuni suoi confratelli voleva una somma di denaro e il povero frate, che non possedeva nulla, ricevette un sonoro diniego.

Il buon padre, dopo aver insistito molte volte, distese il proprio mantello sulle acque del mare e lego' un lembo di questo mantello al suo bastone, poi invitò i suoi confratelli a salire sulla stoffa e insieme attraversarono lo stretto di Messina per arrivare nelle coste della Sicilia.

San Francesco da Paola utilizzò anche il suo carisma per difendere gli oppressi e i poveri, scrisse lettere per aiutare la gente afflitta da soprusi e angherie ricevute dai potenti e una volta, di fronte al Re di Napoli, che gli offriva monete d'oro per corromperlo, le spezzò e ne uscì il sangue che secondo il nostro caro Santo scaturiva dall'oppressione del re verso i suoi sudditi.

Il re di Francia Luigi XI, gravemente ammalato, volle il santo nella sua reggia per ottenere la guarigione. Francesco fu quasi costretto ad andare in Francia, non guari' il re ma lo accompagnò con la sua vicinanza e preghiera fino all'ultimo dei suoi giorni.

Il santo calabrese rimase in Francia fino alla morte, avvenuta a 91 anni il 2 aprile del 1507: era un Venerdì Santo.

San Francesco da Paola è stato proclamato patrono principale della Calabria, dei naviganti e della gente di mare e la sua devozione è diffusa in tutto il mondo.


Parte del bastone con cui San Francesco attraversò lo stretto di Messina, custodito nella Basilica di San Francesco da Paola a Palermo.

Il mantello, custodito nel santuario di San Francesco a Paola, con cui il santo attraversò lo stretto di Messina.
 

Per approfondire la vita di San Francesco e il rapporto con la Serva di Dio Natuzza Evolo:

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