Sant'Agata
Il 5 febbraio ricorre la "Memoria di S. Agata, vergine e martire, che a Catania, in Sicilia, ancora giovane, durante l'infuriare della persecuzione, nell'anno 251, conservò nel martirio la purezza del corpo e l'integrità della fede, offrendo la propria testimonianza per Cristo Signore". (Martirologio)
Ambrogio da Fossano detto Bergognone, Sant'Agata,
particolare cimasa del Polittico di San Bartolomeo, Bergamo, Accademia Carrara.
a cura di Francesco Domina©
Insegnante e Scrittore
Si occupa di Teologia, Religioni, Letteratura,
Tecnologia... Agiografia (lo studio della vita, del culto e delle opere dei Santi)
Nella ricorrenza della Festa di Sant'Agata voglio presentare in questo blog un articolo realizzato dai miei alunni e frutto delle loro ricerche. E' grazie a loro che, quasi come dei giornalisti che si cimentano sul campo, ricercando le tracce storiche e le suggestioni della pietà popolare, queste informazioni prendono vita.
La grande Santa catanese è inserita all'interno del Martirologio romano e "dopo la SS. Vergine Maria è una delle sette vergini e martiri ricordate nel canone della Messa". Agata è invocata come la Patrona della Città di Catania, della Repubblica di San Marino e Malta, ma anche come la protettrice delle donne vittime di violenza o affette da patologie al seno. Viene anche invocata nei terremoti, eruzioni vulcaniche e disastri naturali.
Il martirio di Sant'Agata
5 febbraio 251 d.C.
Agata aveva circa quindici anni quando volle consacrarsi a Dio. Il Vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì e ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato e l'uomo, furioso, organizzò un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata restava salda nella sua fede, ma Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. La giovane, dopo una visione dell'Apostolo Pietro, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione.
Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Prima di morire recitò a Dio la sua preghiera:
"Signore che hai tolto da me l'amore del mondo, hai preservato il mio corpo dalla contaminazione , mi hai fatto vincere i tormenti del carnefice, il ferro, il fuoco e le catene, mi hai donato tra i tormenti la virtù della pazienza; ti prego di accogliere ora il mio Spirito: perché è già tempo che io lasci questo mondo e giunga alla tua misericordia". Era il 5 febbraio 251.
Martirio di Sant'Agata
La Santa e ritratta agonizzante nella sua cella
Sant'Agata nel cuore dei catanesi
Busto di Sant'Agata venerato a Catania
La festa in onore di Sant'Agata viene celebrata a Catania dal 3 al 5 febbraio.
Il primo giorno vi è la processione per l'offerta della cera, in passato tali ceri servivano per illuminare l'altare della Cattedrale. Oggi tale processione è stata sostituita dalle "candelore" cioè degli enormi carri illuminati (che in passato erano 28, oggi sono 13), ognuno dei quali rappresenta un mestiere. Ogni carro viene chiamato cereo. Il primo giorno si conclude con i fuochi d'artificio.
Il secondo giorno, a partire dalle tre di notte, viene esposto il prezioso busto di Sant'Agata in modo che i devoti possano visitarlo, in attesa della Messa dell'aurora e della processione. Durante questa processione vengono gettati sul fercolo dei garofani rossi che rappresentano il sangue di Agata.
Alle prime luci dell'alba Sant'Agata ritorna in Cattedrale e viene omaggiata con i fuochi d'artificio. La processione attraversa le vie periferiche della città.
Il 5 febbraio si ricorda la data del martirio. Le reliquie, in questa circostanza, vengono ricoperte di garofani bianchi, i quali rappresentano la purezza di Agata. Dopo il tramonto, verso le ore 17:00, prende il via la processione, che questa volta attraversa il centro della città, passando per via Etnea e per altre vie del centro. La festa si conclude la mattina presto del 6 febbraio con il ritorno in Cattedrale del busto di Sant'Agata e lo spettacolo pirotecnico.
Dolci tipici della festa sono le cosiddette "cassateddi di Sant'Aita".
Tale festa viene ripetuta in forma ridotta il 17 agosto, che ricorda il giorno in cui nel 1126 le spoglie di Sant'Agata sono state riportate a Catania da due soldati provenienti da Costantinopoli.
RIFERIMENTI:
Piero Sapienza, IL MARTIRIO DI AGATA. Dramma Sacro, Ed. Prospettive, Catania.
S. AGATA, BREVE STORIA (A cura di Don Piero Sapienza), www.parrocchiadellaguardia.it.
Domenico Gagliani, AGATA SPLENDIDISSIMA, Ed. Capitolo della Cattedrale, Catania.
Mons. Salvatore Romeo, AGATA E IL SUO CULTO, Ed. N. Giannotta, Catania 1922.
Umberto Utro (Responsabile del reparto di arte paleocristiana dei Musei Vaticani), Il martirio di sant'Agata e le radici cristiane della Sicilia. Libera per nascita, serva per scelta.
Gaetano Zito, S. Agata da Catania, Editrice Velar, Gorle (Bg) 2004.
Vittorio Peri, AGATA la santa di Catania, Editrice Velar, Gorle (Bg).
GIOVANNI PAOLO II IN VISITA PASTORALE A CATANIA 4-5 NOVEMBRE 1994, EAC.
C.E.I., Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana.
IL TESORO DI SANT'AGATA, Edizioni Arcidiocesi Catania.
www.comune.catania.it, Sandro Torrisi, L'angelica tavoletta; La Chiesa di S. AGATA a Cremonaonti.
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